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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Brugnolli Anna, Milanesio Erika, Ambrosi Elisa. Infezioni delle vie urinarie associate a catetere vescicale. Assistenza infermieristica e ricerca 2010;29(2):86–93. 
Added by: Alessandro Pizzalla (18/12/2010, 11:55)   Last edited by: Alessandro Pizzalla (18/12/2010, 12:18)
Resource type: Journal Article
BibTeX citation key: Brugnolli2010a
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Categories: Infermieristica clinica
Subcategories: Eliminazione, Prevenzione
Creators: Ambrosi, Brugnolli, Milanesio
Publisher:
Collection: Assistenza infermieristica e ricerca
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Abstract
Le infezioni del tratto urinario (UTI) rappresentano, dopo quelle respiratori, le patologie infettive di più frequente osservazione in ambito comunitario. Il 25% dei pazienti ospedalizzati e cateterizzati per oltre 7 giorni sviluppa una batteriuria. I microrganismi possono raggiungere le vie urinarie per via ematica, linfatica o per via retrograda, ma le evidenze cliniche e sperimentali indicano in quest’ultima la via più comune attraverso cui si stabilisce una UTI, soprattutto per i microrganismi di origine enterica. Lo spettro delle specie microbiche isolate dalle infezioni del tratto urinario (UTI) nei pazienti più anziani differisce in funzione dell’ambito di appartenenza dei soggetti, ovvero comunità, case di cura per lungodegenti o ospedali e del sesso.
La maggior parte dei ceppi isolati dalle infezioni del tratto urinario origina dalla flora intestinale dell’individuo, ma i soggetti portatori di cateteri, intermittenti o a permanenza, possono colonizzare per trasmissione tra pazienti mediante le mani degli operatori sanitari o attraverso la contaminazione delle superfici ambientali.
L’infezione può avvenire attraverso la colonizzazione extraluminare o la colonizzazione intraluminare
La durata della cateterizzazione è il più importante fattore di rischio di batteriuria associata alla cateterizzazione.
Per valutare la presenza di infezione del tratto urinario si devono raccogliere i seguenti dati:
– presenza di disuria, stranguria, pollachiuria e tenesmo vescicale;
– dolore al fianco o sovrapubico;
– cambiamento delle caratteristiche delle urine: torbide e/o macroematuria;
– febbre maggiore di 37.9°C o incremento di 2°C sopra il valore basale.
Gli obiettivi del trattamento sono trattare l’infezione, abbattere la moltiplicazione batterica, ridurre l’intensità della sintomatologia e prevenire le recidive e le infezioni ricorrenti.
Il principale intervento di prevenzione riguarda l’informazione e l’educazione sui fattori che aumentano il rischio di infezione e sui comportamenti per ridurlo o contenerlo.
(A cura di Alessandro Pizzalla).
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