Indice della
Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Bambi Stefano, Baldassini Rodriguez Samuele, Lumini Enrico, Lucchini Alberto, Rasero Laura. Estubazioni non pianificate nei pazienti adulti in terapia intensiva: un aggiornamento. Assistenza infermieristica e ricerca 2015;34(1):21–29. 
Added by: Alessandro Pizzalla (06/06/2015, 11:49)   
Resource type: Journal Article
BibTeX citation key: Bambi2015
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Categories: Infermieristica clinica, Infermieristica specialistica, Management
Subcategories: Infermieristica in area critica, Risk management, Sicurezza
Keywords: Risk management
Creators: Baldassini Rodriguez, Bambi, Lucchini, Lumini, Rasero
Publisher:
Collection: Assistenza infermieristica e ricerca
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Abstract
(Trascritto dall'articolo).
Introduzione. Le estubazioni non pianificate (UE) nei pazienti adulti in terapia intensiva (TI) sono state di recente considerate un indicatore di qualità e sicurezza delle cure.
Metodo. È stata aggiornata una revisione della letteratura confrontando i risultati a distanza di 10 anni. Risultati. L'incidenza cumulativa di UE variava tra lo 0.3% ed il 27%, prima del 2000, attualmente tra 0.5%-35.8%. Le autoestubazioni (SE) superano di gran lunga le estubazioni accidentali, oscillando tra il 50% ed il 100% di tutte le UE. Le reintubazioni si aggirano tra il 1.81% ed il 88%. Gli esiti delle UE comportano aumento del tempo di ventilazione meccanica, di degenza in terapia intensiva e in ospedale. I dati sulla mortalità sono contrastanti: in qualche studio è inferiore in presenza di UE. I fattori di rischio più rilevanti sono: APACHE II score 17, agitazione, contenzioni fisiche, somministrazione di midazolam, e stato di coscienza più elevato. L'introduzione dell'ABCDE bundle nelle TI non comporta rischi aggiuntivi. Per la prevenzione si usa la sedazione evitando le benzodiazepine, l'identificazione precoce dei pazienti da svezzare dalla ventilazione meccanica, e la stabilizzazione del tubo tracheale, con il fissaggio dietro il collo. Contradditorio l'utilizzo della contenzione fisica, che può rappresentare anche un fattore di rischio per le SE.
Conclusioni. Per la prevenzione delle UE rimane fondamentale la sorveglianza garantita dal personale infermieristico, se in numero adeguato rispetto ai carichi di lavoro.
Added by: Alessandro Pizzalla  Last edited by: Alessandro Pizzalla
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