Una riforma del Servizio sanitario nazionale o, se vogliamo usare un’espressione meno ambiziosa, l’implementazione di un nuovo modello sanitario, non può nascere che da un combinato disposto di quella che è la situazione attuale (da dove partiamo, dato reale, consuntivabile) e quello che sarà il contesto futuro, per il quale possiamo fare solo delle previsioni (dove arriveremo, dato ipotetico, preventivabile con un certo grado di confidenza statistica): le più semplici sono le previsioni demografiche, un po’ più complicate quelle economiche (gli economisti non hanno particolarmente brillato, negli ultimi anni, in termini di affidabilità delle previsioni), difficili quelle politiche, profondamente soggette ad errore quelle scientifico-tecnologiche. Nei paragrafi che seguono, in modo per lo più sintetico, si cercherà di analizzare il punto di partenza (da dove veniamo e dove siamo arrivati), per comprendere i punti di forza e le aree più deboli del sistema sanitario attuale; si prenderanno poi in considerazione quelle che sono le previsioni per gli anni a venire (dove stiamo andando), soprattutto in termini demografico-epidemiologici, per ipotizzare le sfide che la sanità si troverà ad affrontare nei prossimi anni e le contromisure da porre in essere già da ora per essere adeguatamente preparati ad affrontarle. Il lavoro non ha la pretesa di essere esaustivo, né si pone come obiettivo la progettazione del futuro sistema sanitario nazionale: esso deve piuttosto essere visto come una sorta di manifesto programmatico, il cui contributo essenziale consiste nell’ipotizzare pochi principi, ai quali il legislatore e la classe dirigente del nostro Paese possano ispirarsi per disegnare il sistema sanitario nazionale che verrà.