La recente e concomitante pubblicazione di due rapporti - sulla drammatica violenza contro le donne in guerra; sull'esperienza e sui risultati della resilienza delle istituzioni culturali, sanitarie e accademiche palestinesi sotto la repressione dello Stato israeliano - suggerisce la loro sintetica e simultanea presentazione, che spiega in qualche modo anche la formulazione enigmatica del titolo e offre l'opportunità di poter eventualmente effettuare commenti rilevanti per la ricerca e la professione infermieristica. Vengono sottolineati due punti principali: a) al di là della loro chiara eterogeneità, in termini di contenuto e formato, le due pubblicazioni hanno un obiettivo e un messaggio comuni e complementari: l'importanza e la rarità della concreta visibilità degli scenari che sono per lo più lasciati ad una cronaca frammentaria, sebbene tocchino le radici degli interessi di coloro che lavorano in campi vicini ai diritti alla vita e alla dignità. b) L'importanza specifica di diventare consapevoli delle strategie che contrastano le violazioni di massa dei diritti fondamentali potrebbe e dovrebbe essere testata dalla professione infermieristica con progetti culturali e sul campo rivolti alle popolazioni che in molti scenari di assistenza e vita sono minacciate dalla violenza dell'emarginazione.