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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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La valutazione dell’esposizione a contaminanti ambientali: modelli di dispersione e biomonitoraggio umano. Epidemiologia & Prevenzione 2019;43(43):338–346. 
Added by: Mauro Iossa (22/06/2020, 20:16)   Last edited by: Mauro Iossa (22/06/2020, 20:17)
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Collection: Epidemiologia & Prevenzione
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Abstract
(Trascritto dall’articolo)

RIASSUNTO

OBIETTIVI: stimare il numero di decessi per malattie croniche non trasmissibili (MNT) attribuibili a fattori di rischio (FR) comportamentali (fumo di tabacco, alimentazione non salutare, inattività fisica, eccesso ponderale, uso eccessivo di alcol) nel 2016 per l’Italia e per le regioni italiane.

DISEGNO: studio descrittivo.

SETTING E PARTECIPANTI: sono stati utilizzati i dati di mortalità Istat del 2016, selezionando le cause di morte associate ai FR. I morti attribuibili (MA) a ciascun FR sono stati calcolati applicando al numero dei decessi le corrispondenti frazioni attribuibili italiane stimate per l’anno 2016 dal “Global Burden of Disease Study”. La prevalenza delle esposizioni in studio è stata ottenuta dai dati del sistema di sorveglianza PASSI (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia) per gli anni 2013-2016.

PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: numero assoluto di decessi attribuibili; frazione attribuibile combinata; mortalità attribuibile proporzionale (MAprop).

RISULTATI: su un totale di 614.307 decessi occorsi in Italia nel 2016, circa 191.000 risultano attribuibili ai FR in studio (37% dei decessi negli uomini e 26% nelle donne). La MAprop combinata oscilla tra 33% nei maschi (24% nelle femmine) in Val d’Aosta e 40% nei maschi (31% nelle femmine) in Campania. A livello nazionale, al fumo risultano attribuibili il 17% e 6% del totale dei decessi, rispettivamente, negli uomini e nelle donne, al consumo eccessivo di alcol il 6% e 3%; all’eccesso ponderale il 7% e 8%; a FR dietetici il 13% e 12%; alla sedentarietà il 2% e 3%. La proporzione più elevata per classe di età si osserva nei 40-59enni (43% negli uomini e 28% nelle donne). Le differenze interregionali osservate sono confermate dall’andamento delle prevalenze regionali dei FR rilevate dal sistema di sorveglianza PASSI per gli anni 2013-2016.

CONCLUSIONI: queste sono le prime stime della quota di decessi dovuti a MNT attribuibili a FR comportamentali calcolate per regione e per tutta Italia. I FR esaminati sono modificabili e, dunque, importante oggetto di politiche di prevenzione primaria.

 (A cura di Mauro Iossa).

 


  
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