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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Caporesi Silvia. Quando l’orizzonte si restringe – Allineamento degli obiettivi della cura con i valori della persona, per mantenere fino in fondo la propria autonomia nel creare il sé e permettere una buona morte. Bioetica 2020;XXVIII(2-3):207–219. 
Added by: Antonella Punziano (03/12/2021, 11:15)   
Resource type: Journal Article
BibTeX citation key: Caporesi2020
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Categories: Etica, General
Subcategories: Diritti dei pazienti, Principi etici
Keywords: Autonomia
Creators: Caporesi
Publisher:
Collection: Bioetica
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Abstract

(Trascritto dall’articolo)

Il saggio unisce il ricordo personale di Carlo Flamigni alle riflessioni teoriche dell’autrice basate sulla letteratura anglosassone in bioetica e medical humanities sul fine vita. Partendo dalla necessità di definire chiaramente, e sempre sulla base delle indicazioni del paziente, gli obiettivi che ci si prefigge quando si somministra una cura ad una persona nel fine vita, in questo saggio vengono delineati tre aspetti che meritano di essere esplorati più a fondo. Il primo è relativo all’evoluzione deli obiettivi della cura nel fine vita; il secondo riguarda l’autonomia dell’individuo intesa in senso positivo, cioè come creazione del sé; ed il terzo discute l’idea della buona morte come dipartita non prematura. La risposta che viene dalla bioetica e dalle medical himanities è che è fondamentale che vi sia una convergenza tra i valori del paziente, quelli della famiglia e quelli dei professionisti sanitari per permettere alla persona malata di esercitare la propria autonomia fino in fondo, in linea con la propria mappa dei valori. Questa convergenza di valori, importante ad ogni stadio della vita, diviene fondamentale nel fine vita, perché solo attraverso questo processo è possibile prendere decisioni riguardanti la cura nel fine vita che si allineino ai valori del paziente e che dunque li permettano di ottenere closure, portare a compimento la propria vita in modo autentico e fedele ai propri valori di una vita. Riuscire a porre la parola fine alla propria esistenza in questo modo è quello che ha fatto Carlo Flamigni, secondoil racconto generosamente condiviso dalla sua compagna di vita Marina Mengarelli Flamigni. Cò non è impresa facile, ma il fatto che questa strada sia percorribile ci indica una via poco battuta, ma possibile, nelle discussioni laiche di fine vita, che merita di essere investigata rigorosamente con gli strumenti critici che abbiamo a disposizione perché altri possano seguirla.


  
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