(Trascritto dall’articolo).                                                                                                                                                                                                                                              Le cefalee primarie sono disturbi ricorrenti, hanno un elevato impatto sulla salute e la qualità di vita dei soggetti affetti e rappresentano un problema rilevante a livello mondiale, come riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Tra le cefalee primarie, una delle più diffuse è l’emicrania, che è solitamente accompagnata da sintomi molto invalidanti. Il pattern cefalalgico può variare nel corso della vita ed è influenzato da innumerevoli fattori, riconoscendo in questi una genesi multidimensionale. Pertanto, la gestione dei pazienti affetti da cefalea richiede un approccio multidimensionale e a tal proposito è stato documentato che l'assistenza infermieristica specializzata vi può contribuire efficacemente. Considerando l’orientamento professionale volto all’individuazione delle competenze avanzate e delle possibili aree di specializzazione della formazione infermieristica, proponiamo un possibile scenario futuro della medesima per i pazienti con cefalee primarie. In particolare, traendo ispirazione dalle realtà internazionali e dai livelli di competenza e aree assistenziali individuati dal “Finnish Action Model”, sono qui declinate le conoscenze e competenze del Clinical Nurse Specialist (CNS), che potrebbe essere inserito nei centri cefalee di terzo livello, insieme ai contenuti pertinenti della sua formazione. In seguito ad una formazione specifica, il CNS applicherebbe il modello del case management ed effettuerebbe una “presa in carico” multidimensionale del paziente con cefalea primaria. Attraverso la metodologia del processo di nursing, svolgerebbe specifiche attività di educazione al paziente riguardo manifestazioni, trattamento, prevenzione e monitoraggio della cefalea. Tale modello consentirebbe di migliorare la consapevolezza dei pazienti, i loro outcomes clinici e contribuirebbe ad affrontare le problematiche organizzative nei centri cefalee. Tali professionisti potrebbero inoltre somministrare le terapie iniettive, contribuire alla ricerca clinica già in atto e sviluppare uno specifico corpus di evidenze, che sarebbe complementare a quello medico, con il fine ultimo di migliorare le conoscenze relative ai fattori che influenzano il pattern cefalalgico e alla loro gestione.