Indice della
Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Scrivanti Fabio, Sarnataro Carolina S, Pezzoli Emanuel. Le ultime dodici ore di vita: qualità di vita e di morte del paziente onco-geriatrico terminale. Studio retrospettivo. La rivista italiana di cure palliative 2020(4):192–199. 
Added by: admin (17/04/2024, 16:15)   Last edited by: admin (16/05/2024, 10:38)
Resource type: Journal Article
BibTeX citation key: Scrivanti2020
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Categories: Farmacologia, Infermieristica clinica, Metodologia dell'assistenza infermieristica, Strutture sanitarie
Subcategories: Farmaci, Interventi infermieristici, Morte, Qualità di vita, Spiritualità, Strutture sanitarie accreditate
Creators: Pezzoli, Sarnataro, Scrivanti
Publisher:
Collection: La rivista italiana di cure palliative
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Abstract
(Trascritto dall'articolo).
Introduzione. Pochi studi hanno finora indagato le ultime ore di vita, un momento in cui oltre al controllo dei sintomi diventano fondamentali gli aspetti relazionali in mantenimento della dignità umana. Anche il riconoscimento da parte dei sanitari del processo del morire e degli interventi per far si che si concluda con una morte percepita come “buona” del paziente risulta poco studiato. Scopo. Indagare la qualità di vita delle ultime dodici ore di pazienti terminali e la qualità del vissuto nel processo del morire in un campione ampio di pazienti in un hospice oncologico. Materiali e metodi. Studio retrospettivo su 300 cartelle cliniche di pazienti deceduti presso l’Hospice Pio Albergo Trivulzio di Milano tra gennaio 2015 e gennaio 2018, valutando le schede delle ultime dodici ore di vita e il grado di consapevolezza di malattia del paziente. Risultati. L’11,42% dei pazienti presentava uno stato di agitazione psicomotoria. Gli oppioidi sono stati somministrati al 66,44% dei pazienti, l’utilizzo è risultato essere maggiore per i pazienti non consapevoli di diagnosi e prognosi rispetto a quelli consapevoli ( 54%, p<0.01). nel 47,06% dei casi gli infermieri non conoscevano il pensiero del paziente riguardo alla propria morte. Il 95,5% dei familiari si è dichiarato favorevole alla permanenza del congiunto in hospice. Il controllo del dolore è stato inadeguato l’8,45% dei casi. Conclusioni. I dati suggeriscono una relazione tra non conoscenza del proprio stato terminale e aumento della sofferenza psicofisica e una non propensione ad affrontare l’argomento da parte del malato o dei familiari, due temi che necessitano di ulteriori indagini.
  
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