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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Rete infermieri GISSI HF. Rapporto finale dello studio QDF (Qualità di vita, Depressione e Funzioni cognitive) nei pazienti con scompenso cardiaco. Assistenza infermieristica e ricerca 2009;28(1):5–38. 
Added by: Alessandro Pizzalla (07/11/2009, 13:26)   Last edited by: Alessandro Pizzalla (18/12/2010, 14:08)
Resource type: Journal Article
BibTeX citation key: ReteinfermieriGISSI2009a
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Categories: Infermieristica clinica, Infermieristica specialistica
Subcategories: Infermieristica in cardiologia, Qualità di vita
Creators: Rete infermieri GISSI
Publisher:
Collection: Assistenza infermieristica e ricerca
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Abstract
(Trascritto dall'articolo).
1. Protocollo operativo e sua applicazione
Lo studio QDF (Qualità di vita, Depressione e Funzioni cognitive) è uno studio collaborativo condotto da un gruppo infermieristico di ricerca nell’ambito del GISSI-HF(Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nell’Insufficienza Cardiaca).
Obiettivi. Descrivere la distribuzione e l’evoluzione delle variabili QDF nei pazienti randomizzati per il GISSI-HF; misurate con strumenti standardizzati (Kansas City Cardiomiopathy Quality of life Questionnaire (KCCQ); Geriatric Depression Scale (GDS) e Mini Mental State Examination (MMSE); verificare se e come la loro valutazione influenza le decisioni cliniche e l’assistenza; definire il loro valore prognostico indipendente rispetto alle variabili più strettamente cliniche.
Materiali e metodi. I dati sulle variabili QDF sono stati raccolti a livello basale, a 6 mesi, 1, 2 e 3 anni, attraverso due questionari da compilare autonomamente (KCCQ e GDS), e un terzo (MMSE) somministrato dagli infermieri ai pazienti di età >70 anni.
Lo studio prevedeva anche una valutazione del profilo QDF, indipendente dai questionari, formulata in modo semistrutturato del personale infermieristico. (N.B. I risultati di questa componente dello studio non fanno parte di questo rapporto).
In questo contributo viene presentato l’inquadramento generale e il protocollo dello studio.
2. Aspetti metodologici e qualità dei dati
Obiettivi. Documentare la praticabilità dell’uso di batterie di strumenti per lo più usati in contesti di ricerca e/o specialistici nella routine assistenziale di una estesa rete di ospedali; valutare il grado di affidabilità dei dati in vista di una loro utilizzazione come variabili clinico epidemiologiche non solo descrittive ma anche prognostiche.
Risultati. Hanno partecipato al QDF 83 centri che hanno incluso 1573 pazienti.
La compliance con la somministrazione del Kansas City Cardiomiopathy Questionnaire (KCCQ) e della Geriatric Depression Scale (GDS) è stata molto elevata per tutto lo studio (KCCQ 97.7% a livello basale e 85.8% a tre anni). La somministrazione del Mini Mental State Examination ha confermato le attese di una praticabilità e accettabilità del questionario molto più bassa: i dati sono stati ottenuti per l’80.6% dei pazienti a livello basale e 54.3% a 3 anni.
Conclusioni. Lo studio è stato portato avanti senza incentivi economici per gli infermieri. La qualità di compilazione dei questionari è stata molto buona ed il numero di risposte non compilate bassissimo. Se i questionari sono ben presentati ai pazienti, la valutazione della qualità di vita e della depressione possono rientrare nelle pratiche assistenziali di routine.
3. Le principali caratteristiche della popolazione
Obiettivi. Questo contributo descrive i pazienti inclusi nello studio QDF (Qualità di vita, Depressione e Funzioni cognitive) ed esplora la distribuzione e l’andamento nel tempo dei punteggi delle tre dimensioni esplorate.
Risultati. La larga maggioranza dei pazienti sono uomini(78.3%); l’età media è di 67.2±10.7 anni (9.2% >80 anni). I pazienti in classe NYHA III-IV sono più depressi ed hanno una qualità di vita peggiore rispetto a quelli clinicamente compromessi.
Il grado atteso di sovrapposizione sostanziale delle variabili che influenzano QoL e Depressione non trova un riscontro preciso nella realtà: una frazione importante di pazienti con cattiva QoL non sono depressi e viceversa. I punteggi medi delle Funzioni cognitive non sono influenzati dalle stesse variabili che influenzano QoL e depressione.
Conclusioni. La misurazione di routine di QoL, depressione e funzioni cognitive viene raccomandata da alcuni autori. Le tre dimensioni vanno esplorate anzitutto separatamente per cercare di capire il contributo informativo specifico che ognuna aggiunge alle variabili cliniche.
4. Qualità di vita
Obiettivi. Esplorare e valutare dal punto di vista quali-quantitativo se la qualità di vita misurata con il Kansas City Cardiomiopathy Questionnaire (KCCQ) può essere considerata una componente prognostica rilevante ed indipendente per mortalità e morbidità.
Risultati. Il 63% dei pazienti in NYHA II ed il 39.4% in NYHA III-IV hanno una buona QoL (punteggi >75). I fattori di rischio per una qualità di vita “non buona” sono l’essere in classe NYHA III-IV, avere un diabete, una BPCO ed aver avuto precedenti ospedalizzazioni. I pazienti NYHA II e III-IV con una QoL non buona hanno tassi più elevati di mortalità e ricoveri ad 1 e 3 anni rispetto a quelli con buona QoL della stessa classe NYHA. I pazienti in NYHA II con una QoL non buona hanno lo stesso tasso di rericoveri ad 1 anno rispetto a quelli con qualità di vita buona, in NYHA III-IV.
Conclusioni. I punteggi di qualità di vita identificano pazienti con diverso rischio di mortalità e ricoveri, all’interno della stessa classe NYHA. I punteggi del KCCQ potrebbero identificare pazienti candidati ad una gestione assistenziale intensiva, auspicabilmente in grado di ridurre ospedalizzazioni e ricoveri.
5. Depressione
La depressione è comune tra i tuttora pazienti con scompenso, ma il rapporto causale vs prognostico, tra depressione e scompenso è una domanda aperta di ricerca.
Obiettivo. Descrivere la prevalenza di depressione, qualificarne la gravità clinica e valutare il peso prognostico rispetto a mortalità ed ospedalizzazioni.
Risultati. Il 27% dei 1495 pazienti analizzati hanno sintomi di depressione.
Sono fattori di rischio per la depressione il sesso femminile, l’età >70 anni, una classe NYHA elevata, precedenti ospedalizzazioni e la presenza di comorbidità. All’interno della stessa classe NYHA, i pazienti depressi sono a più alto rischio di mortalità e ospedalizzazioni ad 1 e 3 anni rispetto ai non depressi (ricovero per tutte le cause a 3 anni 55.5% vs 62.9%, pazienti NYHA II; 67.9% vs 74.7% pazienti NYHA III-IV).
Conclusioni. La depressione, valutata dagli infermieri, con uno strumento facilmente utilizzabile, dà informazioni aggiuntive rispetto alle variabili cliniche nell’identificare i pazienti con diverso rischio di mortalità e ricoveri all’interno della stessa classe NYHA.
6. Funzioni cognitive
La prevalenza di alterazioni delle funzioni cognitive (FC) è più frequente tra i pazienti con scompenso che non tra la popolazione generale.
Obiettivo. Descrivere la prevalenza di alterazioni delle funzioni cognitive, qualificarne la gravità clinica e valutarne il peso prognostico rispetto a mortalità ed ospedalizzazioni.
Risultati. Il MMSE è stato somministrato a 620/745 pazienti >70 anni e con scompenso.
Il 35% dei pazienti ha alterazioni cognitive lievi ed il 12% moderate. La situazione clinica di base, espressa come classe NYHA, non appare essere associata a modificazioni delle funzioni cognitive. Le disfunzioni di grado moderato sono più presenti in persone con bassa scolarità, di sesso femminile, >80 anni. La presenza di alterazioni cognitive, sembra comportare, anche in una popolazione intensamente monitorizzata come quella di uno studio controllato, una prognosi più sfavorevole a 1 e 3 anni, sia in termini di carico assistenziale ospedalizzazioni) che di mortalità.
Conclusioni. La presenza di alterazioni cognitive, anche lievi, ha un valore prognostico su mortalità e ricoveri. In assenza di strategie di intervento efficaci, la ricerca dovrebbe concentrarsi sulla possibile utilità di uno screening sistematico della FC nei pazienti con scompenso.
Added by: Alessandro Pizzalla  Last edited by: Alessandro Pizzalla
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