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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Cesaretti Elena. ALS Competenza soglia o valore aggiunto per un infermiere di sala operatoria. AICO. Organo ufficiale dell'associazione italiana infermieri di camera operatoria 2017;29(3):35–36. 
Added by: Sandro Filardi (10/11/2018, 19:02)   
Resource type: Journal Article
BibTeX citation key: Cesaretti2017
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Categories: Infermieristica specialistica
Subcategories: Infermieristica in cardiologia, Infermieristica intraoperatoria
Keywords: Infarto acuto del miocardio (IMA)
Creators: Cesaretti
Publisher:
Collection: AICO. Organo ufficiale dell'associazione italiana infermieri di camera operatoria
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Abstract
In questo articolo l’autore ci parla delle competenze di un infermiere di sala operatoria e di quali strumenti siano utili affinché un arresto cardiaco sia gestito con competenza e calma. Introduzione: Considerando la complessità e la varietà delle informazioni e materiali che un infermiere di sala operatoria deve avere e conoscere, sembrerebbe che saper gestire un arresto cardiaco possa non essere una priorità ma lo diventa quando si verifica. L’anestesista responsabile diventa un team leader di un team spesso disorganizzato e confuso. Materiali e metodi: La letteratura suggerisce che attraverso programmi di educazione, informazione e formazione sanitaria sulle manovre rianimatorie, è possibile ridurre le percentuali di morti in Italia tra i 50 e i 60 mila l’anno. Per raggiungere tali risultati è fondamentale la formazione continua, attraverso percorsi d’istruzione e di simulazione si possono migliorare notevolmente le performance del team rianimatorio. La simulazione, rispetto alle forme di apprendimento, ha due caratteristiche distintive: imposta una modalità più naturale inducendo a farsi domande e aumenta il livello di attività e partecipazione in chi apprende coinvolgendo gli aspetti emotivi oltre a quelli cognitivi. La simulazione è un metodo di apprendimento lento. Conclusioni: Arresto cardiaco significa mancata contrazione efficace del cuore. Se il sangue non arriva agli altri organi, soprattutto al cervello, in 10 minuti la persona va incontro a morte sicura. Già dopo 5 minuti senza un intervento mirato il cervello ha subito danni irreversibili, quindi è questo il tempo per poter agire. Si capisce dunque perché sarebbe importante che ognuno di noi fosse in grado di soccorrere una persona in arresto cardiaco.   

(A cura di Sandro Filardi).


  
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