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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Reato F. Il Master di I livello per Infermiere di sala operatoria e l’integrazione tra il programma “Safe Surgery Save Lives” e il progetto “Life Skills Education” dell’OMS. AICO. Organo ufficiale dell'associazione italiana infermieri di camera operatoria 2015;27(3):194–198. 
Added by: Sandro Filardi (04/12/2018, 21:08)   
Resource type: Journal Article
BibTeX citation key: Reato2015
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Categories: Etica, Scienze della formazione
Subcategories: Formazione universitaria, Rapporto infermiere-paziente, Valutazione dell'apprendimento
Creators: Reato
Publisher:
Collection: AICO. Organo ufficiale dell'associazione italiana infermieri di camera operatoria
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Abstract
L’autore in questo articolo ci parla dell’istituzione da parte dell’Università degli Studi dell’Insubria del Master di primo livello per Infermiere di Sala Operatoria, della durata di due anni. Dopo una prima descrizione della composizione della struttura organizzativa, l’autore passa a descrivere la composizione del corso, dei moduli e delle ore dedicate alla teoria e alle esercitazioni pratiche. Integrano e completano l’offerta formativa l’insegnamento relativo alla Clinical Governance e l’insegnamento relativo alle “Non Technical Skills”. Questi due insegnamenti sono tra loro interconnessi e rivestono particolare attenzione, in quanto concorrono al perseguimento degli scopi enunciati dall’OMS all’interno del programma “Safe Surgery Saves Lives” e del progetto “Life Skills Education”. La scelta di dedicare un intero insegnamento alle Non Technical Skills (competenze non tecniche come capacità cognitive, comportamentali ed interpretative che sono non specifiche della competenza tecnica di una singola professione, ma trasversali ed egualmente importanti per la sicurezza e la prevenzione degli errori e degli eventi avversi) nasce anche dal fatto che l’approccio sistematico agli Human Factors è considerato elemento fondamentale per la garanzia di elevate prestazioni di sicurezza. Oltre all’interesse per la sicurezza, l’attenzione rivolta alle competenze non tecniche apre un orizzonte più ampio: diffondere in Sala Operatoria la cultura delle “Skills for Life”. Secondo l’OMS (1993), lo sviluppo di Life Skills, cioè di competenze cognitive, relazionali ed emotive, può contribuire in maniera significativa al miglioramento del benessere e della salute. Si ritiene fondamentale lo sviluppo delle Life Skills anche in ambito accademico, proprio perché tali competenze considerate trasversali rendono gli individui in grado di affrontare efficacemente le esigenze ed i cambiamenti e sono trasferibili e applicabili in qualsiasi contesto di vita, professionale e personale. 

(A cura di Sandro Filardi).

 


  
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