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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma

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Donati Maria Anna, Boncompagni Jessica, Iozzi Adriana, Primi Caterina. Il gioco d’azzardo nelle adolescenti: analisi del comportamento e dei fattori di rischio attraverso la Gambling behavior scale-for adolescents (GBS-A). Psicologia della salute 2020(2):97–119. 
Added by: Valentina Biagioli (26/12/2020, 19:17)   
Resource type: Journal Article
BibTeX citation key: Donati2020
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Categories: Infermieristica specialistica, Psicologia, Sociologia
Subcategories: Infermieristica in pediatria, Psicologia dello sviluppo, Psicologia sociale, Sociologia della salute
Creators: Boncompagni, Donati, Iozzi, Primi
Publisher:
Collection: Psicologia della salute
Views: 24/500
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Abstract

Sebbene sia documentata una maggiore prevalenza del gioco d’azzardo nei ragazzi, tale comportamento sembra interessare sempre più le ragazze. Tuttavia sono relativamente pochi gli studi sulla specificità del gambling nelle adolescenti e mancano lavori di ricerca che abbiano utilizzato strumenti per il comportamento di gioco d’azzardo invarianti per genere. Scopo di questo lavoro era analizzare le caratteristiche del comportamento in adolescenti italiane (Studio 1) e testare un modello in cui sensation seeking e pensiero superstizioso, attraverso la mediazione delle distorsioni cognitive sul gioco d’azzardo, influenzano il comportamento problematico di gioco d’azzardo (Studio 2). Per realizzare tale scopo, è stata utilizzata la Gambling behavior scale-for adolescents, uno strumento che è risultato invariante per genere negli adolescenti italiani e che permette di rilevare sia le caratteristiche comportamentali che i sintomi di comportamento problematico secondo il DSM-5. Al primo studio hanno partecipato 1527 adolescenti femmine (età: M = 15.86; DS = 1.81) ed al secondo 552 adolescenti femmine (età: M = 15.99; DS = 1.34). I risultati hanno confermato che le ragazze prediligono giochi di tipo non strategico, giocano prevalentemente con i familiari, ed intorno agli 11 anni conoscono il gioco d’azzardo. Il 7% delle giocatrici è a rischio di sviluppare problematiche ed il 3% ha problemi di gioco. Il modello di mediazione ipotizzato è stato inoltre confermato. Tale modello può quindi essere considerato per la messa a punto di interventi di prevenzione genere-specifici.

(Trascritto dall'articolo).


  
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