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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Vacante Gaetano, Timoftica Claudia, Alberti Annalisa, Tinti Stefania, Ramponi Ida, Destrebecq Anne. Codice lilla e disturbi del comportamento alimentare: indagine conoscitiva presso i pronto soccorso di ASST Rhodense. Italian Journal of Nursing 2020;23(32):38–41. 
Added by: Antonina Ingrassia (14/09/2021, 14:20)   
Resource type: Journal Article
BibTeX citation key: Vacante2020
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Categories: Infermieristica clinica
Subcategories: Alimentazione
Keywords: Disturbi alimentari
Creators: Alberti, Destrebecq, Ramponi, Timoftica, Tinti, Vacante
Publisher:
Collection: Italian Journal of Nursing
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Abstract

(Trascritto dall’articolo).
Introduzione: I disturbi dell’alimentazione o del comportamento alimentare (DCA) come anoressia nervosa (AN), bulimia nervosa (BN), disturbo da alimentazione incontrollata (binge-eating disorder, BED) e altri non altrimenti specificati, sono uno dei problemi di salute piu frequenti nei giovani. Alcuni studi internazionali, riguardanti l’accesso alle cure per i pazienti con DCA, dimostrano che gli adolescenti con BN ricevono frequentemente trattamenti di breve durata incentrati principalmente sulla risoluzione di problemi comportamentali ed emotivi e non direttamente mirati a combattere il disturbo alimentare. Rivolgersi al Pronto Soccorso può costituire una forma, per quanto impropria o forzata, di richiesta di aiuto. Per questo motivo, lo scopo delle Linee Guida emanate dal Ministero della Salute (2018) in merito al Codice Lilla è quello di sottolineare l’importanza di un percorso assistenziale dedicato ai soggetti con DCA che garantisca una presa in carico complessa ed integrata con interventi tempestivi, univoci ed omogenei. Materiali e metodi: Lo studio è sostenuto da una ricerca bibliografica in tema di DCA e dall’elaborazione di strumenti per la rilevazione dei dati ovvero un questionario specificatamente strutturato. Risultati: Sono stati distribuiti 80 questionari al personale infermieristico dei 2 PS di ASST Rhodense, tasso di corrispondenza pari al 68.75%. Si sono confrontati i risultati di questa indagine con la precedente condotta dalla Dr.ssa Corridori e, dal confronto, non emergono differenze sostanziali. In entrambi gli studi con ragionevole certezza si può affermare che esiste una contraddizione tra il livello di conoscenza/formazione effettiva degli operatori coinvolti riguardo alla problematica dei DCA e quanto gli operatori conoscano effettivamente. Tutto ciò potrebbe inevitabilmente condizionare pesantemente la malattia della persona affetta da DCA. Conclusioni: Alla luce dei risultati, si renderà necessario lavorare sulla formazione e sulla sensibilizzazione culturale degli operatori alla problematica dei DCA.

 


Added by: Edvige Fanfera  Last edited by: Antonina Ingrassia
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