L’articolo dell’avvocato Pisa analizza le competenze e la definizione della professione infermieristica dopo l'abolizione del ‘mansionario’ con la legge n.42/1999. La professione infermieristica si basa sul decreto ministeriale 739/1994, che definisce il profilo professionale dell'infermiere come l'operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante e dell'iscrizione all'albo professionale, è responsabile dell'assistenza generale infermieristica. L'infermiere partecipa all'identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività, identifica i bisogni di assistenza infermieristica, pianifica, gestisce e valuta l'intervento assistenziale infermieristico e garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche. L'infermiere agisce sia individualmente sia in collaborazione con gli altri operatori sanitari e sociali e svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie pubbliche o private, nel territorio e nell'assistenza domiciliare, in regime di dipendenza o libero-professionale. L'abilitazione all'esercizio della professione infermieristica richiede il possesso di un valido titolo di studio abilitativo, il conseguimento dell'abilitazione professionale e l'iscrizione all'Ordine professionale territorialmente competente. La legge n.42/1999 ha abrogato l'appellativo di ‘ausiliaria’ dalla professione sanitaria infermieristica, elevandola al pari di quella medica ad una professione intellettuale. Attualmente, per l'esercizio della professione infermieristica, è necessario il conseguimento della Laurea in Scienze Infermieristiche, della durata di tre anni, per un totale di 180 crediti formativi. In sintesi, l'infermiere è l'operatore sanitario che svolge funzioni specifiche di assistenza infermieristica, agendo in modo consapevole, autonomo e responsabile, e che si avvale del supporto degli altri operatori sanitari e sociali.

A cura di Simone Ciucciarelli