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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma

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Gasparini Lorenzo. La disciplina dell’obbligo assicurativo. Sanità Pubblica e Privata 2023;42(2):27–38. 
Added by: Fernando Barberini (07/07/2023, 16:43)   
Resource type: Journal Article
BibTeX citation key: Gasparini2023
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Categories: Infermieristica clinica, Legislazione
Subcategories: Esercizio professionale, Legislazione sanitaria, Sentenze civili, Sicurezza
Keywords: Responsabilità civile, Rischio clinico, Risk management
Creators: Gasparini
Publisher:
Collection: Sanità Pubblica e Privata
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Abstract

(Trascritto dall’articolo) .
Il diritto sanitario si contraddistingue per le specificità della materia trattata e in particolare per le innumerevoli difficoltà che gli operatori incontrano nella sua gestione, alimentate anche da una generale confusione del legislatore stesso. Una delle aree maggiormente critiche si individua sicuramente nel settore assicurativo che opera all’interno del panorama sanitario e che viene gestito principalmente dagli attori che ne stipulano i contratti. Si presenta, quindi, come un sistema caratterizzato dall’assenza di chiarezza da parte delle fonti normative. Il profilo centrale che ruota attorno all’ambito assicurativo, in sanità, si individua nella gestione del rischio clinico intesa, nell’ambito della presente trattazione, come la predisposizione di tutti i mezzi, processi e strumenti, a disposizione delle varie strutture sanitarie, volti alla riduzione e al contenimento degli eventi lesivi che potrebbero colpire i pazienti in cura nelle strutture (sia da azioni imputabili a queste ultime, sia agli esercenti operanti nelle stesse). Parallelamente la gestione del rischio clinico si qualifica nel generale incremento della qualità dei servizi sanitari offerti ai pazienti e, conseguentemente, ad un generale aumento degli standard medico-sanitari che progressivamente devono essere revisionati; ecco quindi che dal termine “rischio clinico” possono derivare due distinte applicazioni, ovvero sia la possibilità che a seguito di attività sanitaria si abbia come conseguenza un danno ad un paziente in cura, sia la necessaria individuazione di tutti quegli spazi entro i quali si possa realizzare una condotta inadempiente, imputabile agli operatori stessi. In questo scenario la presenza di un’assicurazione risulta essere di primaria importanza in quanto si posiziona sia a tutela dell’esercente la professione sanitaria, che opererà in una posizione di maggior serenità forte della presenza della copertura, sia a protezione degli interessi del terzo danneggiato, consapevole dell’esistenza di una compagnia assicurativa che potrà risarcirlo nelle situazioni in cui quest’ultimo decida di agire in giudizio. L’andamento di questo mercato assicurativo, dal quale poi deriverà altresì l’obbligo in discussione, risulta essere legato a doppio filo all’evoluzione della responsabilità sanitaria che nel corso del tempo ha subito importanti modifiche, dalle quali si è avuta la successiva crisi del sistema. A fini esemplificativi basti ricordare come la giurisprudenza, in origine, si fosse posizionata su una generale indulgenza nei confronti degli esercenti la professione, sulla base della considerata difficoltà delle attività che venivano quotidianamente svolte dagli stessi, ravvisandone una forma di responsabilità solo nei casi di colpa grave, ovvero di errore inescusabile. Con la celebre sentenza della Corte di Cassazione 22 gennaio 1999, n. 589, si modifica interamente la considerazione della responsabilità civile sanitaria, formulando quella che è la teoria del contatto sociale di stampo contrattuale.

 

 

 

 


  
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