(Trascritto dall’articolo).
Per contenere il contagio da Covid-19, le strutture sanitarie residenziali (RSA) hanno vietato l’accesso ai familiari. L’obiettivo di questa revisione è descrivere le conseguenze delle politiche di restrizione delle visite dei familiari nelle RSA durante la pandemia, identificando le strategie adottate per mitigarne gli effetti.  È stata condotta una revisione narrativa della letteratura sulle banche dati PubMed e CINAHL nel periodo ottobre 2022 - marzo 2023. Sono stati inclusi studi qualitativi e quantitativi primari, in lingua inglese/italiana con raccolta dati e pubblicazione a partire dal 2020.  Sono stati inclusi 28 articoli: 14 qualitativi, 7 a metodo misto e 7 quantitativi. Sia ospiti che familiari hanno reagito negativamente alle restrizioni, manifestando ansia, tristezza, solitudine, apatia, rabbia e frustrazione. I contatti con l’esterno sono avvenuti grazie a telefonate, videochiamate, visite dal balcone/finestra, ma limitati dai deficit cognitivo-sensoriali degli ospiti, dalla competenza tecnologica e dal tempo a disposizione del personale. I tentativi di riapertura sono stati accolti con gratitudine, ma non sempre l’accesso era consentito in modo uniforme, provocando malcontento. I professionisti hanno vissuto le restrizioni con ambivalenza, divisi fra la necessità di prevenire i contagi e la preoccupazione per la qualità di vita degli ospiti.  Le restrizioni delle visite hanno avuto conseguenze negative su ospiti, familiari e professionisti sanitari. Il senso di abbandono sperimentato ha fatto emergere la mancanza di strategie che sapessero tutelare in modo equilibrato sia la sicurezza che la qualità di vita.