(Trascritto dall’articolo).                                                                                                                                                                                                                                               La riflessione è un’operazione intellettiva che ha permesso e permetterà la continua evoluzione di molte professioni, tra cui quella infermieristica. L’attività riflessiva può essere distinta in due dimensioni: quella individuale e quella collettiva, entrambe necessarie allo sviluppo degli infermieri in una prospettiva di lifelong learning. A livello individuale la riflessione consente all’infermiere di orientare adeguatamente il proprio agire a fronte delle situazioni, attese e non, cui si trova esposto nella pratica clinica. La riflessione prima dell’azione è alla base del ragionamento clinico; quella durante l’azione lo sostiene nel rimodulare l’agire in base ai mutamenti della situazione, quella dopo l’azione gli consente di reinterpretare, in chiave criticamente autovalutativa, l’esperienza appena passata e, di conseguenza, apprendere dalla stessa. A livello collettivo la riflessione è vitale per le cosiddette comunità di pratica, insiemi di professionisti che interagiscono, che si organizzano e che apprendono sulla base delle conoscenze e delle esperienze degli individui che le compongono. I processi di riflessione nelle comunità di pratica infermieristiche costituiscono una sorta di lente di ingrandimento che rende più evidente il valore e l’utilità dei saperi che originano dalla pratica, dai nuovi schemi di azione messi in atto dall’infermiere per far fronte all’indeterminatezza delle situazioni da affrontare. Vivificare la riflessione, individuale e collettiva, nella professione infermieristica e nei contesti di cura è condizione necessaria per la messa in crisi della routine e per sostenere la forza professionale delle convinzioni più che delle convenzioni.