(Trascritto dall’articolo).                                                                                                                                                                                                                                           L’emergenza COVID-19 assume flessioni diverse a seconda della realtà che riflette. La pressione a cui la pandemia sottopone il mondo della sanità stimola interrogativi sulle carenze relazionali e bioetiche presenti a diversi livelli del sistema. Come distribuire le risorse scarse? Come superare schematismo e burocratizzazione nell’iter di cura? Come rispondere ai bisogni di cura di chi cura? L’articolo vuole contribuire al dibattito su ciò che è bene fare, ciascuno per la sua parte e presenta alcune iniziative che già sono state avviate. L’Istituto Italiano di Bioetica, ispirandosi al modello francese l’Espace Ethique de l’Assistance publique, ha definito il progetto “Spazio Etico”. Sul lavoro dell’Istituto Italiano di Bioetica si basa il parere del Comitato Nazionale di Bioetica (CNB) dal titolo “Vulnerabilità e cura nel welfare di comunità. Il ruolo dello Spazio etico per un dibattito pubblico”. Nel documento il Comitato promuove lo sviluppo di un “welfare di comunità” e definisce le potenzialità applicative del modello “Spazio etico” inteso come luogo di ascolto, incontro e scambio di esperienze di vita personali e professionali in cui dare voce ai professionisti, ai cittadini e alle associazioni che li rappresentano. I professionisti oggi rischiano di non essere terapeutici e venir meno a indicazioni deontologiche e valori etici che informano la professione e le scelte individuali, a causa delle pressioni di varia natura alle quali sono sottoposti. La solidarietà nel gruppo disciplinare ed interprofessionale è una possibile risposta alle difficoltà poste dal lavoro in continua e prolungata emergenza e può scongiurare il rischio di una contrapposizione troppo forte tra il bisogno di rispondere ai propri valori e alla necessità di non venir meno all'istinto di sopravvivenza. Ne è esempio il gruppo “Emozionario dei Professionisti Sanitari”. Le attività avviate dal gruppo sono: Incontri attraverso le dirette Facebook con la partecipazione di esperti per acquisire e saper utilizzare buone strategie di coping. Le iniziative “Lo Zainetto del Benessere” e “La settimana della consapevolezza infermieristica” che promuovono azioni di resilienza applicata, rivolte ai professionisti e offerte dai professionisti ai pazienti.