(Trascritto dall’articolo).
Nonostante la loro complessità, le organizzazioni sanitarie sono ancora ampiamente considerate sistemi affidabili, il cui intento primario è di “non nuocere”. Tuttavia, rispetto alle vere organizzazioni ad alta affidabilità, come le compagnie aeree o le industrie nucleari, l’assistenza sanitaria non garantisce affatto quella sicurezza che i pazienti si aspettano. Dal momento che i dati sulla portata e la natura degli errori e degli eventi avversi sono stati raccolti in modo più ampio, è diventato evidente che le azioni non sicure sono una caratteristica praticamente di ogni aspetto dell’assistenza sanitaria. Il costo economico delle cure non sicure può essere interpretato in due modi: il costo diretto dovuto allo spreco di risorse e i costi indiretti legati alla perdita di produttività della popolazione. Nei paesi ad alto reddito, fino al 15% della spesa ospedaliera può essere attribuita a sprechi dovuti a carenze in termini di sicurezza. La gestione moderna del rischio deve tener presente il dato demografico, il limite di spesa e l’introduzione della tecnologia sempre più spinta che aiuta a migliorare i processi assistenziali ma rischia di aumentare l’automazione con il rischio di de-responsabilizzare il professionista.
Materiali e Metodi: analisi bibliografia
Conclusioni: Ogni punto del processo di cura può contenere un rischio intrinseco. La sua natura e la sua portata variano notevolmente, in base al contesto della fornitura di assistenza sanitaria e alla sua disponibilità, infrastruttura e risorse all’interno e tra i paesi. La sfida per tutti i sistemi sanitari e tutte le organizzazioni che forniscono assistenza sanitaria è mantenere una maggiore consapevolezza per individuare e migliorare i rischi per la sicurezza, nonché per affrontare tutte le fonti di potenziale danno. Questa sfida passa attraverso il paradigma dell’educazione al rischio che deve essere adottato da tutte le organizzazioni sanitarie ma arrivare anche ai gestori politici del sistema salute.