Alberti Sara, D'Iapico Giovanni, Volpi Paola, Bigliardi Maria Cristina, Borellini Erika, Canale Debora, et al.. L’attitudine alla centralità del paziente nella formazione con il paziente formatore: uno studio quasi sperimentale. Tutor 2024;23(2):5–8. Added by: Marianna De Bastiani (2/16/24, 9:13 AM) Last edited by: Marianna De Bastiani (1/7/25, 3:16 PM)
|
|
Abstract
|
(Trascritto dall'articolo). Introduzione: il coinvolgimento dei pazienti e caregiver nella formazione dei professionisti sanitari è considerato la chiave per lo sviluppo di competenze orientate alla cura centrata sul paziente e la famiglia. L’obiettivo del presente studio è valutare se il coinvolgimento del paziente e caregiver formatori è in grado di promuovere l’attitudine alla centralità del paziente negli studenti di Infermieristica. Materiali e metodi: è stato condotto uno studio pre e post intervento su un campione di studenti del terzo anno del corso di studi in infermieristica dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Gli studenti, nel marzo 2023, hanno partecipato a un workshop co-condotto da un paziente e un caregiver formatori insieme ai tutor della didattica professionale. Prima e dopo il workshop, è stata somministrata loro la scala likert “The patient practitioner orientation scale”, validata in italiano, che misura l’attitudine alla centralità del paziente ed è costituita da due sottoscale, “Caring” che misura, nello specifico, l’apertura dei professionisti verso le aspettative, emozioni, e circostanze di vita come elementi da considerare nel processo terapeutico e “Sharing” ovvero l’apertura dei professionisti verso le aspettative, emozioni, e circostanze di vita come elementi da considerare nel processo terapeutico. Inoltre, è stata somministrata una scheda socio-anagrafica. Risultati: dall’analisi dei dati è risultato un aumento statisticamente significativo del punteggio dopo l’intervento, e quindi una maggiore attitudine orientata alla centralità del paziente, sia per la scala totale sia per le singole sottoscale “Caring” e “Sharing”. I risultati mostrano inoltre una differenza statisticamente significativa tra maschi e femmine (p<0.001) e punteggi statisticamente più elevati in coloro che già possiedono una laurea (p=0.006). Non sono stati rilevate differenze statisticamente significative per nazionalità e tipologia di scuola superiore frequentata. Inoltre, i punteggi della scala aumentano all’aumentare del numero di esperienze pregresse dello studente con il paziente formatore, ma non risulta una significatività statistica. Discussione: i risultati di questo studio suggeriscono che il coinvolgimento del paziente e dei caregiver nella formazione infermieristica promuove l’acquisizione di attitudini di caring e sharing negli studenti. Lo studio inoltre suggerisce che l’inserimento del paziente e caregiver formatori in interventi formativi multipli è maggiormente efficace. Ulteriori studi dovrebbero validare questa ipotesi di ricerca. Conclusioni: l’insegnamento con il paziente e caregiver formatori è una didattica promettente per lo sviluppo di un modello di cura centrato sul paziente e la famiglia. Coinvolgere la persona assistita e il caregiver nella formazione costituisce un primo livello di engagement che prepara alla cura e ne promuove l’umanizzazione elevando la dimensione antropologica della stessa. Esiste un’eterogeneità di esperienze nazionali e internazionali ancora poco conosciute e riconosciute e una difformità di modelli di implementazione e valutazione di questa nuovo modo fare formazione. La ricerca è uno strumento imprescindibile per valutare la pratica educativa e fornirne linee di indirizzo.
|