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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Pulice Elisabetta. La dimensione relazionale dell’autodeterminazione: Il punto di vista giuridico. Z-PER-REVISIONE-La rivista italiana di cure palliative 2022;24(4):204–207. 
Added by: admin (17/04/2024, 16:15)   Last edited by: admin (18/04/2024, 14:24)
Resource type: Journal Article
BibTeX citation key: Pulice2022
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Categories: Etica, Legislazione
Subcategories: Biodiritto, Carte dei diritti, Rapporto medico-paziente
Creators: Pulice
Publisher:
Collection: Z-PER-REVISIONE-La rivista italiana di cure palliative
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Abstract
(Trascritto dall'articolo).
L ‘ autodeterminazione intesa come autonomo principio fondamentale in materia di consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento è regolata dalla legge 291/2017. Come tutela delle scelte personali esistono delle variabili individuali di tipo relazionali, culturali e sociali che incidono su tale scelta. I processi decisionali del paziente, nei quali rientra l’autodeterminazione, vanno ad incidere sul processo di cura e devono essere intesi in maniera dinamica e relazionale sia dal paziente che dall’equipe sanitaria. La legge 291 oltre a risolvere i dubbi legati all’ampiezza dell’autodeterminazione, affronta il tema della relazione di cura e di fiducia tra paziente, medico, i familiari e gli esercenti le professioni sanitarie che viene espressa attraverso un “rapporto di fiducia”. Purtroppo permane un certo margine di incertezza e la mancanza di risposte univoche che può generare conflitti sia perché la legge di per sé è “astratta”, e sia perché si possono generare delle divergenze di posizionamento etico da parte dei componenti dell’equipe di cura derivanti non da controversie di tipo legale, ma dalla complessità intrinseca dell’attività medica e dai diritti legati alle scelte del paziente. Ciò significa che sono molteplici le dimensioni che si intersecano con l’autodeterminazione del paziente: quelle tecnico scientifiche dell’autonomia professionale elaborate dall’autorità scientifica; quella delle convinzioni personali; quella collettiva dell’equipe multidisciplinare; quella della riflessione etico-professionale. Tutte queste dinamiche nascono allorquando il paziente decide di interrompere un trattamento e, sebbene questo sia giuridicamente riconosciuto, nel medico emerge una difficoltà sul piano etico e morale ad attuarlo. Questa situazione di stallo può essere risolta tramite decisioni collegiali di tipo multiprofessionale che sarà anche in grado di gestire i conflitti e le varie controversie che all’occorrenza possono nascere
  
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